MALIPARMI, L’ECCELLENZA DELLA MODA SI VESTE DI INNOVAZIONE CON PHLOEMA

Etichette personalizzate e codificate, un magazzino hi-tech con la tecnologia RFID, un gestionale molto più performante per rispondere in tempo reale ai nuovi bisogni dei clienti. Così grazie a Phloema la moda si allea con il digitale per una movimentazione di oltre 500mila pezzi all’anno. «Abbiamo rafforzato gli strumenti, perché le relazioni c’erano già», racconta il General Manager Luca Rastelli.

Giampaolo Colletti

@gpcolletti

Disegnare il futuro partendo da un passato fatto di tanta sperimentazione e intuizioni geniali. E farlo in costante equilibrio tra l’adozione di tecnologie innovative che migliorano i servizi e la relazione col cliente e quel capitale umano che permette di fare la differenza. Questa è Malìparmi, eccellenza veneta dedicata alla moda femminile nata nel 1977 ad Albignasego, ventiseimila anime nel padovano. Quel piccolo laboratorio artigianale specializzato nella produzione di borse è cresciuto negli anni in modo esponenziale: oggi il colosso della moda conta una squadra prevalentemente femminile di 90 persone, distribuite metà nell’headquarter e metà nei dodici punti vendita monomarca.

La via italiana alla moda.

Colori accesi, stampe esotiche, ricami artigianali. Abiti e accessori liberi e coraggiosi quelli di Malìparmi. Da oltre quarant’anni l’impresa della famiglia Paresi vende le sue proposte nelle boutique di Parigi, Madrid, Milano, Roma, Venezia. E ancora dal Messico all’Australia. L’attività è stata accesa da Marol Paresi, mamma di Annalisa, attuale presidente dell’azienda. «Si è inventata da zero un’azienda di successo. Grazie alla sua creatività e partendo dal bijoux è riuscita a creare oggetti speciali fatti artigianalmente e mixati con elementi raccolti in giro per il mondo. Sono poi seguite le borse. Si tratta di creazioni che hanno riscosso un enorme successo tra i buyer delle principali catene mondiali che in quelle opere da sempre hanno trovato l’eccellenza», afferma Luca Rastelli, General Manager di Malìparmi. L’azienda ha cercato di mantenere sempre l’eccellenza sul prodotto. «L’obiettivo è stato perseguire i valori fondanti, la nostra identità, ma cercando di essere contemporanei nella ricerca dei colori o nei giochi di stampe che ancora oggi vengono create internamente da uno staff grafico impegnato a disegnare a mano. Si tratta di artisti interni che fanno questo di mestiere. Tutto ciò ci porta fuori dall’idea di un’azienda indistinta», puntualizza Rastelli.

Creazione, produzione, distribuzione hi-tech con Phloema.

Il magazzino da dieci anni è dotato di RFID, una tecnologia che permette l’identificazione e la memorizzazione automatica di informazioni, messa a sistema per Malìparmi da Phloema: si tratta della gestione completa che va dalla presa in carico dell’ordine alla logistica, fino all’identificazione delle etichette. Il tutto con un elevato controllo qualità. Perché se l’operatore effettua un prelievo del capo non controllato il sistema avvisa dell’errore. In questo modo avviene il controllo dell’ordine o del reso: si lavora sull’inventario con un’accuratezza che arriva a sfiorare il 99%. Grazie alla riscrittura del software di Phloema c’è stato anche il passaggio del gestionale, con la migrazione da un software ad un altro. Sempre Phloema fornisce i tag, ossia le etichette RFID personalizzate e codificate per una movimentazione di oltre 500mila pezzi all’anno.

 

Alleanza virtuosa uomo-macchina. «L’implementazione della tecnologia RFID ha migliorato processi e gestioni. La tecnologia che abbiamo adottato nel magazzino prodotti finiti da diversi anni ha velocizzato tutte le attività, soprattutto nella fase di accettazione, quando arrivano i prodotti e vanno smistati. Ci ha resi più efficienti e attenti ai nuovi bisogni dei clienti. D’altronde come tutte le aziende del comparto della moda anche noi siamo soggetti a picchi stagionali con la gestione di grandi volumi in poco tempo. Tutto questo garantisce maggiore puntualità rispetto alle consegne promesse e di fatto ha azzerato l’errore umano legato alle spedizioni. Una volta i capi venivano prelevati manualmente e talvolta poteva capitare un errore sulla taglia o il prelievo di un prodotto al posto di un altro. Di fatto con questa tecnologia riusciamo a fare un doppio controllo», racconta Restelli. Ecco allora la cooperazione tra uomo e macchina. Così la moda si allea con le più innovative tecnologie di gestione dei prodotti. «Questo progetto ha migliorato la qualità del servizio, ma resta il fondamentale controllo qualità che necessita della presenza umana. Oggi le scatole ancora imballate passano da varchi tecnologici che leggono il contenuto in tempo reale. Si tratta di un livello di servizio molto rilevante per il consumatore, che comporta anche un miglioramento nella gestione della squadra».

Avete dedicato molta attenzione alla creazione di etichette di valore e personalizzate. Perché?

Le etichette sono un elemento sul quale siamo molto attenti. Abbiamo una duplice etichetta: quella del brand e quella legata alla stagione. La nostra convinzione nel creare prodotti unici è che tutti gli elementi sono importanti. Nei nostri capi c’è sempre una fodera stampata in modo particolare, una rifinitura, un bottone cucito a mano, una cura del dettaglio.

Che fase state affrontando in questo tempo fragile segnato dalla pandemia?

Questa pandemia ci ha spinto a fare riflessioni. Abbiamo accelerato attività che avevamo già iniziato. Dal CRM all’e-commerce abbiamo spinto verso un approccio digitale per dare una risposta a mutati cambiamenti. Oggi per esempio dal nostro negozio fisico il cliente può fare una videochiamata su WhatsApp per vedere il prodotto e poi riceverlo e pagare con un clic, riuscendo ad integrare parte fisica e virtuale. Abbiamo rafforzato soltanto gli strumenti, perché le relazioni c’erano già.

A proposito di relazione, come si è evoluta quella con un cliente più connesso?

Il mercato multi-geografico oggi è diversificato e va affrontato in una logica multicanale. La nostra forza è vendere dagli Stati Uniti ad Hong Kong, mantenendo una forte identità e uno stretto legame sul modo di costruire il prodotto, integrando lo spirito artigianale con un approccio digitale.

Nella relazione con Phloema cosa l’ha colpita maggiormente?

La tecnologia funziona ed è stata resa anche economicamente scalabile. Una tecnologia che consente di andare oltre la logistica, con una tracciabilità del prodotto e il relativo monitoraggio degli spazi fisici di vendita in termini di redditività.

Per il futuro su cosa state scommettendo?

Tutto sarà sempre più incentrato sulla fiducia. Ecco perché il futuro sarà di quelle realtà che punteranno su competenza, passione e fiducia. E poi bisognerà essere sempre di più agili e permeabili alle rapide evoluzioni del mercato.

 


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