Da merceria locale nel Secondo dopoguerra ad hub globale dedicato all’abbigliamento di lusso negli anni Duemila. Un viaggio che integra la fisicità del punto vendita con la forza esponenziale del digitale. Un percorso alla scoperta dell’e-commerce hi-tech di Eraldo, nato nel 2010. Dalla tecnologia RFID al lavoro di business intelligence: così Phloema ha “accelerato” la rivoluzione tecnologica. «Siamo arrivati prima di altri nel commercio elettronico. E questo ha fatto la differenza», afferma Alberto Ferrante, titolare e buyer dello store Eraldo.
Giampaolo Colletti
@gpcolletti
Arrivare prima di altri può fare la differenza. Perché il viaggio dell’innovazione passa sì da intuizioni geniali, dal cogliere il cambio del vento e da ripensare modelli di business adeguandoli al contesto. Però tutto questo non basta. Essere pionieri implica provare, riprovare, anche sbagliare, ma arrivare preparati alle sfide dell’innovazione. In fondo è questa la storia di Eraldo, retail specializzato nella vendita online di abbigliamento di lusso per donna, uomo e bambino. Una storia che affonda le radici nel Secondo dopoguerra, con la nascita nel 1947 della merceria a Ceggia, seimila anime nella cinta veneziana. Tutto è stato possibile grazie all’impegno del fondatore Eraldo Ferrante, che inaugura una lunga tradizione commerciale locale. Negli anni ‘70, con la seconda generazione al lavoro, lo spazio si trasforma in negozio di abbigliamento. Poi nel 2018 nasce “EraldoHub”: un nuovo luogo che integra l’esigenza di espansione logistica a quella espositiva, grazie alla tecnologia RFID.
La tecnologia alleata vincente. Un e-commerce hi-tech nel controllo e nella gestione dei capi e delle relative spedizioni, realizzato con il lavoro di Phloema: si tratta di un coordinamento delle spedizioni e dei prelievi da magazzino e negozi. La soluzione utilizza specifici varchi RFID e tanti sono i vantaggi: si va dall’accuratezza dell’inventario alla riduzione dei costi, dall’azzeramento degli errori di spedizione al cliente fino all’abbattimento dei tempi per il trasferimento della merce tra depositi. Un miglioramento complessivo nella gestione dell’e-commerce. Si raccolgono così gli ordini provenienti dai marketplace, interfacciandosi con i database e integrando il tutto con il sistema gestionale per la parte operativa e di controllo. La soluzione adottata con Phloema permette agli operatori di usufruire di liste di prelievo flessibili e rigorose. Ogni lista è identificata con il suo tag RFID. L’operatore che preleva la merce prevista passa davanti al varco e il sistema di Phloema effettua in tempo reale i controlli di correttezza dei prodotti effettivamente prelevati, evidenziando le eventuali anomalie. Perciò l’operatore in pochi istanti ha la certezza di aver prelevato tutto quello che è previsto nella lista, senza potenziali errori su taglio oppure colore del capo. «Abbiamo reso più efficiente l’evasione degli ordini legati all’e-commerce, mantenendo allo stesso tempo sempre ottimale la disponibilità di assortimento del negozio», afferma Alberto Ferrante, titolare e buyer di Eraldo Store. Oggi la squadra conta una cinquantina di dipendenti, due punti vendita più un terzo declinato in outlet. La clientela arriva da tutto il nord-est italiano, ma anche da Germania e Austria. E poi c’è l’utenza online, che si connette da ogni angolo del mondo.
Persone e macchine al lavoro. Eraldo registra l’85% del fatturato grazie all’e-commerce, con la raccolta degli ordini dai vari marketplace. La parte di automazione è legata agli ordini dei clienti e al prelievo che i vari operatori fanno sulla merce: il prodotto viene posizionato su speciali carrelli. Si tratta di vassoi con ceste di plastica che passano davanti ad uno specifico varco e grazie al software di Phloema il prodotto “parla”: c’è il racconto di cosa è stato prelevato, la coerenza rispetto alla richiesta e il monitoraggio dei flussi. Tutto questo evita l’errore, che su volumi elevati può verificarsi. Così la merce entra nella zona imballaggio e nell’inscatolamento con specifiche rulliere e lì c’è un ulteriore controllo dei capi che vanno nella scatola. L’implementazione della tecnologia realizzata da Phloema ha migliorato processi e gestioni. Ma c’è di più. In ballo c’è un vero processo di business intelligence, grazie a raccolta e analisi dei dati. «Per noi la parte rilevante è sempre stata nel controllo dei percorsi della merce. Il nostro percorso è stato tortuoso e faticoso, ma non ci siamo mai fermati. Siamo partiti dal negozio di abbigliamento e poi siamo passati alla logistica integrata in uno spazio di tremila metri quadrati. I servizi di Phloema ci hanno permesso di ottimizzare tutti i processi. Per seguire l’online servono organizzazione e gestione integrata. Abbiamo da sempre una forte connotazione fisica, ma siamo entrati nel mondo dell’e-commerce in tempi non sospetti. Il passaggio all’online ci ha permesso di mantenere e sviluppare fatturati importanti, nonostante il periodo difficile legato all’emergenza della pandemia», precisa Ferrante.
Partiamo dalla tecnologia. Che cosa oggi vi consente di fare?
Tanto, direi tutto. Abbiamo il controllo di ogni movimentazione della merce. Un lungo viaggio che passa attraverso varchi e attrezzature che ci permettono di monitorare ogni cosa.
Si tratta di un sistema basato su RFID
Esatto. Ci sono antenne messe su etichette e queste antenne, tramite lettori speciali, permettono di sapere dove si trova il prodotto. Così non perdiamo mai di vista il capo.
L’online può essere una risposta all’emergenza della pandemia?
Sì, ma ora è troppo facile dire che la panacea del commercio è l’online. Attenzione: gli investimenti sono rilevanti e il nostro percorso è partito undici anni fa e ogni volta abbiamo implementato qualcosa di nuovo. Tutto questo ha fatto la differenza. Oggi ricevo telefonate di colleghi che non hanno mai preso in considerazione l’e-commerce e mi chiedono informazioni. Ma gli investimenti per mantenere un e-commerce sono onerosi: quando siamo partiti era diversa la situazione, di fatto era tutto più favorevole.
Che richieste ricevete?
Vendiamo un abbigliamento di lusso e quest’anno è cresciuta la parte legata al segmento sport & chic, quindi al confort di classe nel lavoro da casa in smartworking. Abbiamo perso di fatto la parte da cerimonia, però bilanciata dal casual.
Tra online e offline chi vince?
Direi che vince molto la tecnologia anche nei negozi fisici. La parte digitale è oggi rilevante per concludere l’acquisto avviato anche in modo fisico. È cambiato radicalmente l’approccio del frequentatore del nostro sito e del suo processo di acquisto.
Il futuro come ve lo immaginate?
Non abbandoneremo mai la fisicità, anzi implementeremo ancora la commistione tra digitale e fisico. Il phygital sarà la nostra bussola.